Cinzia Dell'Imperio

PSICOLOGA e PSICOTERAPEUTA

Scritto da Cinzia Dell'Imperio

adolescenti

In questo periodo di pandemia stiamo risentendo tutti dei grandi cambiamenti che ci hanno stravolto. Abbiamo cambiato il nostro modo di lavorare, è cambiato il modo di vivere le nostre relazioni e la nostra vita sociale, sono cambiate le nostre abitudini quotidiane. Ogni categoria di persone ha vissuto tutto questo con varie difficoltà. Abbiamo parlato spesso degli anziani e di quanto questo isolamento forzato non apportasse benefici al loro bisogno di vicinanza, oltre ad altre difficoltà concrete. Abbiamo parlato dei bambini e della loro difficoltà a stare chiusi in casa senza i loro amichetti.

Ma non abbiamo parlato di loro, chiusi in camera con lo smartphone a fare lezioni on line, annoiati e ancor di più vittime rispetto agli altri. Sono gli adolescenti. Proprio loro che amavano tanto fare gruppo, e non pensavano mai di fare un’uscita senza il loro amico o la loro bff,  best friend forever.

Gli adolescenti si trovano in una fase dello sviluppo in cui sono alla ricerca di una loro identità, iniziano a prendere le distanze dalle figure genitoriali, a imporre il loro punto di vista e a pretendere maggiore autonomia e indipendenza.

Stanno affrontando una fase delicatissima della loro esistenza, nel pieno del cambiamento su tanti fronti, con tanti brividi e tante emozioni vissute all’estremo. E proprio ora che inizia il loro graduale distacco dalle figure genitoriali, ecco che questo virus li costringe a star chiusi tra le quattro mura con tutta la loro famiglia, che difficilmente riesce a comprendere il loro turbinio di emozioni spesso disorganizzate.

Ogni adolescente manifesta in modo diverso la sua reazione all’evento traumatico che stiamo vivendo: si può passare da crisi di pianto e incubi notturni a inibizioni comportamentali che fanno pensare ad una situazione superata, ed ancora a sbalzi d’umore o invece a ritiri sociali eccessivi.

Come poter aiutare i genitori e i ragazzi in questo periodo?

La mia esperienza di terapeuta (ora con video colloqui) mi rende particolarmente sensibile alla situazione degli adolescenti.

Come psicologa di una scuola media, ho continua esperienza di ragazzi che vogliono  solo essere accompagnati a riconoscere la realtà per quello che è e a regolare gli stati emotivi che arrivano nel momento presente.

Di seguito alcune indicazioni di  abilità da sviluppare ed incentivare negli adolescenti, prese dall’ACT,  o Acceptance and Committment Therapy, una nuova forma di Psicoterapia Cognitivo-comportamentale,  con solide basi scientifiche.

1. Accettazione

Non deve essere inteso con un’accezione negativa, ma nel senso di disponibilità ad accogliere il nuovo, ad osservare la realtà interna,  le proprie emozioni e i propri pensieri. Aiutarli a rendere tollerabile una situazione che non si può migliorare nell’immediato, senza appesantirla con ulteriori pensieri negativi.

2. Impegno

Nel senso di impegnarsi, agire nel mondo reale in linea con i propri valori ed obiettivi personali invece di perdersi in comportamenti impulsivi o nell’isolamento tipico adolescenziale. Fare qualcosa di diverso, come videochiamate con amici, allenamento on line con i compagni di squadra, dedicarsi ad attività culinarie insieme al papà o la mamma o dedicarsi al giardinaggio, con una pianta da accudire tutta per loro.  Facendo cose diverse i ragazzi riscopriranno se stessi in un luogo che in genere, a questa età,  si rifugge, ossia la propria casa, vista spesso come gabbia.

3. Attivare emozioni diverse

Quando il ragazzo è travolto da un flusso di pensieri negativi, può provare a costruire un muro immaginario tra sé stesso e la situazione. Questo lo aiuterà a mantenere i propri spazi vitali ma a non disconnettersi completamente dalla realtà.

Quando invece si prova un dolore intenso, bisogna attivare sensazioni altrettanto intense, come fare una doccia fredda o svolgere una mezz’ora di attività fisica intensa.

Molte volte i ragazzi non hanno bisogno di risposte o di soluzioni che vengono dall’alto ma semplicemente di qualcuno che li ascolti e che dia importanza a ciò che vivono, che è completamente diverso da ciò che proviamo noi adulti. Hanno bisogno di ricevere apprezzamenti, oltre che raccomandazioni e regole, e di genitori o adulti che stiano anche un po’ dalla loro parte.

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